La Procura di L’Aquila apre un’inchiesta sullo stato dei piloni autostradali A24/25

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Un’inchiesta aperta sullo stato dei viadotti a seguito delle recenti cadute di calcestruzzo dai viadotti dell’A24 che attraversano la frazione aquilana di San Giacomo. A causa del cedimento fu disposta la chiusura momentanea della strada sottostante il viadotto. E’ solo l’ultimo capitolo di una lunga querelle che vede coinvolta l’autostrada, dopo gli aumenti a inizio anno 2018, ultimi di una serie di aumenti che negli anni hanno fatto lievitare il costo a livelli altissimi, e soprattutto dopo la triste vicenda del ponte Morandi, tragedia che ha riportato all’attenzione di tutti, lo stato di sicurezza e di manutenzione dei viadotti autostradali in Italia.

Da tempo associazioni di automobilisti e di pendolari denunciano lo stato preoccupanti di alcuni piloni dei viadotti delle autostrade A24 e A25 gestite da Strada dei Parchi Spa. Lo stesso ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ha recentemente effettuato un sopralluogo, avendo modo di definire la situazione di alcuni tratti di viadotto autostradale “allarmanti“, disponendo delle limitazioni della velocità e di transito di alcuni veicoli sui suddetti viadotti.

Tuttavia la società concessionaria fa notare in una nota la mancanza dei decreti relativi allo stanziamento dei 192 milioni necessari per gli interventi antisismici e di rinforzo strutturale, inseriti nel ‘Decreto Genova’, dati come fatti dal ministro delle Infrastrutture, “mancano ancora” e sull’accesso a questi fondi ha dato un ultimatum di diffida al ministero.

Nel mentre, in una nota successiva, Strada dei Parchi Spa ha fatto sapere di aver “effettuato tutta una serie di verifiche tecniche sia sulla staticità di pile e impalcati sia sui materiali, oltre cinquemila prove di verifica dei materiali eseguite da laboratori esterni certificati” e dai risultati di questi test, affermano da SdP, si è potuta dimostrare la “sicurezza all’esercizio dell’ infrastruttura”

Allo stesso tempo Strada dei Parchi ha deciso di chiedere l’accesso agli atti “per individuare in quali uffici del Mit siano fermi i documenti, i progetti, e le prove tecniche inviate nelle settimane scorse al ministero”. 

 

Tutti calcoli e test svolti “utilizzando i parametri introdotti dalle normative tecniche del 2018”, dice la società Strada dei Parchi, ma “ignorati”. Oltre cinquemila test eseguiti “da laboratori esterni certificati” a seguito dei quali la società ribadisce che “tutte le strutture dell’Autostrada A24-A25 sono sicure”.

“Non accettiamo di essere accusati di irresponsabilità – dice Mauro Fabris, vicepresidente del Cda di Strada dei Parchi – Ci siamo assunti la responsabilità di dichiarare che A24 e A25 non si devono chiudere, se il ministro la pensa diversamente assuma decisioni diverse”.

Toninelli, intervenendo da Bologna, affonda sulle relazioni: “Abbiamo ricevuto delle relazioni e non ci siamo fidati, perché erano fatte direttamente da società controllate dal concessionario. Ho visto e toccato con le mie mani quei piloni. In tutta sincerità lì ho perso il sonno e mi sono preoccupato”. “La sfida principale – dice Toninelli – è che il ministero torni a fare il ministero che gestisce, controlla e sanziona chi non adempie. Un primo passo, ma è la dimostrazione che lo Stato è tornato a fare lo Stato”. Poi il “rammarico” per il fatto che gli ingegneri del ministero “non siano mai andati a controllare” mentre per la misura delle limitazioni serve per percepire “che c’è una rischiosità”.

La differenza di vedute e di pareri da più parti sta facendo infuriare non poco chi, per motivi di lavoro è costretto a prendere l’Autostrada tutti i giorni: “assurdo leggere ogni giorno i pareri più diversi sulle condizioni delle autostrade”, scrive il presidente di Cna Fita Abruzzo Gianluca Carota secondo il quale alcune misure prospettate ”contrastano anche con il buon senso“. Il Forum H2o chiede invece di affidare le verifiche ad un organo pubblico come il Cnr o le strutture del Genio civile delle due regioni.

Ora cè l’apertura dell’inchiesta della  Procura della Repubblica, e come conseguenza dell’inchiesta aperta, nei giorni scorsi i carabinieri hanno sequestrato documenti in varie sedi istituzionali. Nel fascicolo compare anche la relazione dei vigili del fuoco intervenuti per rimuovere i pezzi rimasti sospesi in cui sarebbe stato accertato lo stato di degrado del viadotto.

E in tutto questo c’è aperta ancora la questione dei rincari con sindaci e associazioni pronte a tornare sul piede di guerra se non si giunge alla ridefinizione dei criteri di concessione e garantire la riduzione definitiva ed adeguata dei pedaggi autostradali.

 


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