Caro pedaggi: a Carsoli i rappresentanti di Lazio e Abruzzo contro il rincaro

Presente anche il Commissario della IX Comunità Montana Nando Cascioli, che ha comunicato sui social i dettagli dell'incontro.

A cura di Agenzia Eventi - www.agenziaeventi.org

Torna ancora una volta a far discutere sul territorio la sfortunata possibilità di un rincaro delle tariffe autostradali: dal 1 Gennaio 2022 il pedaggio delle autostrade A24 e A25 rischia di aumentare di un preoccupante 36%.

Allarmati dalla situazione, nella giornata di Venerdì 22 Ottobre numerosi Sindaci, Amministratori e altri rappresentanti istituzionali di Lazio e Abruzzo si sono riuniti nella Sala Consiliare del Comune di Carsoli.

Presente anche il Commissario della IX Comunità Montana Nando Cascioli, che ha dichiarato quanto segue sui social:

“Se avete cenato, mettetevi comodi, la notizia non è proprio tra le più buone: questa sera, invitato dal Sindaco di Carsoli, ho partecipato ad un incontro in cui si è affrontato il tema dell'aumento del pedaggio sulla A24 Roma-L'Aquila a partire dal 1° gennaio 2022”

Prosegue: “La situazione è come la descrivo: il concessionario (Autostrada dei Parchi) da anni rivendica l' approvazione di un piano economico finanziario di circa 3 miliardi, di cui 2 a carico del Governo. Dal 2017 si sono bloccati gli aumenti fino ad oggi, in attesa di definire la questione e siccome ciò non è avvenuto, il concessionario ha preannunciato un aumento del pedaggio di circa il 36% (sarebbe la somma dei mancati aumenti dal 2017 al 2021). Stante ciò, per scongiurare questa batosta, è necessario che il Ministro dei Trasporti adotti un decreto di blocco entro l' anno e farsi carico dei relativi costi”

E conclude: “Per questo motivo, Giovedì 28 p.v. dalle 10:00 alle 13:00 si terrà un presidio davanti al Ministero dei Trasporti, con la presenza di tanti Sindaci, Amministratori e Comunità Montane dell'Abruzzo e del Lazio a chiedere di essere ascoltati. Vi terrò aggiornati sull'evolversi della vertenza”

Una situazione, quella del caro pedaggi, che qualora non venisse risolta rischia di gravare ulteriormente su aree depresse e già vessati dallo spopolamento.