Al Teatro Narzio di Subiaco la presentazione del libro "Il Codice Angelicano" di Giovanni Pelliccia

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L'autore e studioso sublacense realizza un affascinante e quanto mai approfondito studio linguistico, che esplora la lingua italiana sia da una prospettiva storica che contemporanea, e con un approccio singolare


Subiaco, 14 Ottobre, Il Teatro Narzio di Subiaco è stato il palcoscenico di un evento straordinario e dall'altissimo valore culturale, incentrato sulla lingua italiana, nella sua complessità, nel suo fascino senza tempo, partendo dalle radici e affrontando le sue variazioni, la sua evoluzione nel corso dei secoli, fino ad oggi. L'occasione è stata la presentazione del libro “Il Codice Angelicano”, di Giovanni Pelliccia, un affascinante e approfondito studio linguistico, che esplora la lingua italiana sia da una prospettiva storica che contemporanea, con un approccio singolare, differente, se vogliamo, rispetto a tanti altri studi che hanno affrontato le origini della nostra lingua madre, dal Volgare all'italiano di oggi. Il punto di partenza infatti della corposa ricerca, o meglio l'intento principale è quello di far luce su una questione interessante: la lingua di Dante Alighieri che conosciamo nel testo della “Commedia” (titolo originale del poema allegorico di Dante, divenuta “Divina” grazie all'attribuzione del Boccaccio), giunto fino a noi, può considerarsi il vero italiano di Dante, o è stato frutto di rielaborazioni linguistiche dei copisti del tempo? Un argomento che ha catturato l'attenzione di una vasto pubblico di appassionati di linguistica, di letteratura, di storici e di amanti della cultura italiana che hanno presenziato all'incontro al teatro Narzio. “Dante esiliato da Firenze, vive gli ultimi suoi giorni di vita a Ravenna, dove morirà. In quegli anni di esilio realizzò parte della Divina Commedia. Il testo originale passò al figlio Jacopo...” spiega Giovanni Pelliccia ”che si occuperà di riportarlo a Firenze e da lì diffonderlo facendone pubblicare sin da subito varie copie. Il testo autografo di fatto non esiste, in quanto copiato sin dai primissimi anni della sua diffusione e fino all'avvento della stampa in un ampio numero di manoscritti. Molti copisti ci hanno lavorato sopra, originari di varie parti della Toscana, dove non si parlava lo stesso Toscano di Firenze. Molti termini utilizzati dall'Alighieri, potrebbero essere stati riportati in maniera difforme, da copisti che magari trovavano quella variazione più corretta e comprensibile dell'originale.” Fondamentale per questa disamina così interessante è stata l'attenta è approfondita analisi sull'antico "Codice Angelicano", che dà il titolo al libro del Pelliccia, un manoscritto risalente al 1300 che ha conservato gelosamente i 14.000 versi della Divina Commedia di Dante Alighieri per ben sette secoli. L'esposizione di Giovanni Pelliccia, moderata dal giornalista Daniele Crescenzi dell'Agenzia Eventi, ha visto la presenza del Prof. Ettore Capitani, che ha coadiuvato Pelliccia in questa impresa a dir poco straordinaria. Ed è stata anche un utile spunto per una conversazione/dibattito affascinante su vari argomenti, come l'attualità della Divina Commedia, la sua influenza sulle opere di altri scrittori, finanche a dissertare sulle affermazioni del Ministro della Cultura Sangiuliano, risalenti allo scorso gennaio, sulla possibilità di sostenere come Dante sia da considerarsi anche come il “Fondatore del pensiero di destra italiano”. L'evento è stato reso ancora più speciale dal patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, del Parco dei Monti Simbruini e del Comune di Subiaco, enti che non hanno voluto far mancare la rappresentanza di loro esponenti, a cominciare dalla dott.ssa Luisa Piacentini, in rappresentanza del Ministero della Cultura, quindi il neo commissario del Parco dei Monti Simbruini, dott.Alberto Foppoli, e la Consigliera delegata alla Cultura per il comune di Subiaco Sig.ra Grazia Timperi, che ha portato i saluti del Sindaco Petrini. Presente anche Bruno Sbardella, presidente e fondatore dell'Associazione VOSIC (Volontari per la Sicurezza), tra gli enti che hanno patrocinato l'evento; una realtà importante e molto conosciuta a Subiaco dove da tempo svolge le sue attività di assistenza alle persone, in particolare alle più fragili e che tra i suoi molteplici interessi fa rientrare anche la cultura, intesa come occasione di confronto e dibattito democratico. La mattinata è stata anche un'utile occasione per ricordare la figura del prof. Luca Serianni, al quale il libro è dedicato. Luca Serianni, scomparso prematuramente lo scorso anno, era vicepresidente dal 2010 della Società Dante Alighieri, ma anche membro dell'Accademia della Crusca, dell'Accademia dei Lincei e della Casa di Dante in Roma; è stato uno dei più grandi linguisti italiani tra la fine del '900 e i primi anni del XXI secolo. Autore di numerosi testi per lo studio della grammatica italiana e saggi sulla comprensione della poetica italiana e sulla storia della della lingua italiana dal medioevo ai giorni nostri. Un uomo che ha saputo dare un contributo altissimo allo studio e alla comprensione della nostra lingua sia in Italia ma anche nel mondo. Il prof. Capitani ha avuto modo di tracciarne un commosso ricordo personale anche sotto l'aspetto umano, così come Pelliccia che ha raccontato di come per lui sia stato “un grande onore averlo avuto come professore”. La mattinata è stata scandita anche dalla lettura del V canto dell'Inferno (l'incontro di Dante con Paolo e Francesca nel girone dei lussuriosi), eseguito dall'attrice Alessandra Valentini.

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