Viterbo – Convegno Uncem Lazio e Regione Lazio con i sindaci – iniziative per salvare i piccoli centri dal disastro

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Viterbo – Convegno Uncem Lazio e Regione Lazio con i sindaci – iniziative per salvare i piccoli centri dal disastro

10 Maggio 2025

Si è svolto presso la sala Conferenze della Provincia di Viterbo l’iniziativa di Uncem Lazio, in collaborazione con la Regione Lazio, dal titolo “I comuni e le comunità montane incontrano la Regione Lazio”.

Questa prima tappa del processo di ascolto e confronto tra istituzioni regionali ed amministratori locali sulla vasta problematica che continua a investire i territori montani e le zone interni del Lazio, è stata dedicata ai territori delle province di Viterbo e Rieti.

All’incontro, presieduto dal presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci e che ha visto come interlocutore principale l’assessore agli Enti Locali della Regione Lazio, Luisa Regimenti (collegato anche il consigliere regionale Daniele Sabatini), oltre a molti Sindaci dei Comuni appartenenti alle due province, sono stati presenti il Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, il quale riveste anche la carica di Presidente di UPI Lazio, l’Unione delle Province del Lazio, e il Presidente nazionale di Uncem, Marco Bussone.

Il Presidente Bellucci ha esposto i punti cardine della proposta che Uncem Lazio, ormai da tempo, indirizza in particolar modo alla Regione Lazio. Una proposta incentrata sulla necessità di rimettere in funzione, quale indispensabile ente di prossimità, con nuova organizzazione e nuovo slancio, la Comunità Montana. Per questo Uncem Lazio caldeggia l’approvazione di una apposita legge regionale già in itinere che vada in questo senso.

Il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, ha ribadito tale necessità, unitamente a quella che deve dopo la fallimentare legge Delrio, rivedere le Province quale ente di area vasta come riferimento principale dei Comuni, con il ritorno all’attribuzione, insieme a deleghe e governance, di adeguate dotazioni finanziarie da parte delle Regioni e dello Stato.

“Credo – ha detto tra l’altro il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli – che nel momento storico che abbiamo vissuto, battuto dal vento dell’antipolitica, di fatto si è depauperato il patrimonio prezioso costituito nel tempo dagli Enti Intermedi: parlo delle Comunità Montane, ma potrei utilizzare lo stesso criterio di giudizio per le Province; abbiamo necessità oggi più che mai di riappropriarci di istituzioni in grado di procedere alla manutenzione ed al presidio del nostro territorio provinciale, il nostro territorio laziale, avviando un riordino legislativo come hanno già fatto molte Regioni. Ciò soprattutto in ordine a quelle che sono le criticità nuove che stanno emergendo. Mi riferisco per esempio al dissesto idrogeologico, all’antincendio, allo spopolamento, alla necessità di mantenere al meglio le nostre strade, anche quelle più lontane: e di esempi se ne potrebbero ancora fare tanti. Ecco, per quanto riguarda queste attività credo che non si possa parlare di investimenti nei borghi, che è la scelta che sta venendo avanti con assoluta convinzione da parte del governo, se non c’è anche la volontà di ricostituire un nuovo tessuto istituzionale e normativo, in grado di governare meglio il territorio. Bisogna poter presidiare con personale e servizi questi borghi; manutenerli e garantire, alle comunità che decidono di viverci , lavoro, sicurezza e capacità di poter essere attrattivi, tutto ciò attraverso un’ente di prossimità, la Comunità Montana, ed un ente di coordinamento di area vasta, la Provincia”

“Questa di oggi – ha sottolineato poi nel suo intervento il presidente di Uncem nazionale, Marco Bussone – è un’occasione importante per rafforzare il dialogo istituzionale e promuovere strategie condivise per la valorizzazione e la crescita delle aree montane del territorio laziale e per definire un percorso di Paese che compete alle Regioni , che hanno dal Titolo Quinto della Costituzione, la possibilità e l’urgenza di andare a rivedere il “chi fa cosa”, che è la grande questione per definire come essere più efficaci ed efficienti nel rispondere alle necessità del territorio. In particolare, alla necessità di fermare lo spopolamento, dunque di far fronte al soddisfacimento dei bisogni sociali ed economici delle popolazioni che ancora coraggiosamente abitano questi territori.

In definitiva – ha detto ancora, tra l’altro Bussone – l’iniziativa che Uncem Lazio sta portando avanti offre la possibilità di ragionare, su tutti i livelli istituzionali, definendo nuove modalità di intervento sul territorio, ed è per questo che Regione, Provincia e Comunità Montane debbono incontrarsi e lavorare insieme”.

Bussone si è poi soffermato, come argomento esemplare, sulla notizia delle ultime ore relativa allo stanziamento per il Fondo 2025 per l’associazionismo comunale, che a suo giudizio continua ad essere nel Lazio “non altissimo” seppur superiore a quello dell’anno precedente.

L’assessore agli Enti Locali della Regione Lazio, Luisa Regimenti, ha affermato di voler cogliere l’occasione per “ricordare alcune misure che sono state messe in atto dall’assessorato agli Enti Locali e che certamente vanno nella direzione di portare più risorse e opportunità ai territori Montani”.

“Quello che abbiamo fatto in questo corso di legislatura – ha sostento l’ Assessore– è stato quello di rimettere la montagna al centro dell’agenda politica del Lazio partendo dal fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, (FOSMIT), che rappresenta una quota di finanziamenti importante. Nel 2024 abbiamo destinato oltre 6 milioni di euro per la prevenzione dell’archiviazione del rischio idrogeologico dei territori di montagna. La grande innovazione che abbiamo fortemente voluto è stata quella di destinare quasi cinque milioni di fondi ai giovani under 35 che svolgono e che intendono svolgere attività economiche nei Comuni totalmente montani. Ciò con il bando che è gestito da Lazio Innova che si chiuderà il 4 giugno prossimo. Con questo bando offriamo un sostegno alle startup e all’implementazione strutturale di attività economiche già esistenti, valorizzando gli insediamenti di cittadini residenti orientati all’avvio di attività economiche o artigianali nel tessuto produttivo del territorio di riferimento. I progetti riceveranno un finanziamento, badate bene, a fondo perduto.

Per quanto riguarda la programmazione 2025 – ha aggiunto l’Assessore Regimenti – grazie a un proficuo confronto con ANCI, insieme a UPI Lazio, abbiamo destinato poco più di sei milioni di euro a progetti per la prevenzione e il dissesto idrogeologico, più di quattro milioni e mezzo di euro destinati a interventi di manutenzione della viabilità e a progetti volti a conseguire risparmi energetici relativi all’illuminazione pubblica e attraverso l’emanazione di un apposito avviso pubblico rivolto ai Comuni Montani e quindi a relative forme associate”. L’ Assessore Regimenti ha anche ricordato come nell’ambito del Piano Triennale delle opere pubbliche per i piccoli comuni, sotto i 5.000 abitanti, la Regione Lazio ha messo a disposizione quattro milioni di euro finalizzati alla riqualificazione degli edifici pubblici in stato di abbandono e che ha visto nella graduatoria finale come beneficiari sei comuni della provincia di Rieti e tre della provincia di Viterbo. L’assessore ha proseguito poi il suo intervento elencando anche altri provvedimenti per le famiglie residenti nei centri montani più piccoli.

Negli interventi dei rappresentanti dei Comuni e delle Comunità Montane che si sono susseguiti, come quello del Commissario della CM dei Cimini, Eugenio Stelliferi, della CM del Cicolano e Sindaco di Petrella Salto, Gaetano Micaloni; di Flamignano Filippo Lucentini; della CM di Montepiano e Sindaco di Labro, Gastone Curini, di Cottanello, Roberto Angeletti; di Colli sul Velino, Achille Nobili e diversi altri è emersa l’elencazione molto concreta dei problemi ormai improcrastinabili che i comuni montani, ma in generale delle aree interne, devono risolvere , pena la definitiva morte dei piccoli centri con gravissime ed inevitabili ripercussioni anche per le pianure. Tra questi, in particolare, l’impossibilità di mantenere i servizi primari, quali quelli che garantiscano il diritto all’istruzione, alla salute, oltre far fronte alla carenza ormai cronica e insostenibile di personale nei Comuni. Carenze che rendono sempre più difficile per le famiglie il permanere nei piccoli comuni con la conseguenza, fatale, dell’abbandono.

E’ stato in buona sostanza, un unanime grido di dolorosa presa di coscienza della solitudine istituzionale che avvertono Sindaci e Commissari, che la Regione Lazio e l’Assessorato EE LL non può più ignorare.

“La nostra iniziativa – ha detto il presidente di Uncem Lazio Bellucci nelle conclusioni – è una campagna di ascolto che noi abbiamo promosso coinvolgendo la Regione ma soprattutto coinvolgendo i Sindaci i quali ci chiedono, in maniera ferma e concreta, che se non si ridà una casa comune ai piccoli centri rurali non si andrà da nessuna parte. Ci vuole una casa comune dove poter discutere, dove poter pianificare per il territorio e per i loro amministrati; serve un ente intermedio dotato di una struttura tecnica operativa di base, in grado di far fronte alle richieste e alle esigenze ed anche alle opportunità, che ci sono. Altrimenti questi centri continueranno a spopolarsi, il dissesto idrogeologico provocherà danni sempre maggiori anche alle pianure, e subiremo tutti i disastri che conseguono dall’abbandono di territori che hanno da sempre rappresentato un’enorme ricchezza di cultura, di salvaguardia di usi costumi e mestieri, di sapienza nella coltivazione e nell’allevamento, anche scrigni di rara bellezza sotto il profilo architettonico, e da sempre impegnati nella conservazione delle ricchezze naturali che, se non custodite, si rivelano immancabilmente delle gravi minacce, con il rischio che al posto delle Comunità Montane prevalgano le comunità dei cinghiali!.

La richiesta da parte di Uncem Lazio alla Regione – ha concluso Bellucci – è dare al più presto approvazione, con le precisazioni che abbiamo inoltrato, alla Legge Regionale depositata in Prima Commissione, che tratta di Comuni Montani e del mantenimento delle Comunità Montane, in modo che nel giro di cinque o sei mesi possa passare al vaglio del Consiglio Regionale. In tempi brevi dunque, caro Assessore, discutiamone ancora nel merito, così potremmo avere nuovi enti intermedi con nuovi Presidenti eletti dai Comuni, immediatamente operativi, per iniziare ad affrontare quanto abbiamo descritto e ricominciare a ricostruire la vivibilità, dunque la vita, della nostra Montagna e delle zone interne. Accolgo con favore e sono a disposizione, per quanto detto dal Presidente Romoli su una fase di riordino istituzionale nel Lazio, come già è avvenuto in altre Regioni, ricordando che esiste un Comitato Interistituzionale istituito dalla Giunta Regionale, in cui l’Assessorato EE LL, l’ANCI e l’UNCEM possono trattare queste materie. Grazie a tutti e buon lavoro.”

Fonte: UNCEM 


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