Ciciliano - Intervista al Sindaco Massimiliano Calore, seconda parte

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Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista rilasciataci dal Sindaco di Ciciliano, Massimiliano Calore, lo scorso mese di gennaio.
La tutela delle tradizioni e la loro valorizzazione potrebbe diventare un segno distintivo di questo Comune. Altri obiettivi in questo senso?
Ci proviamo e cerchiamo di farlo con scelte chiare e obiettivi precisi. Tradizioni, parte fondante e fondamentale del più ampio contenitore che è la cultura di un territorio, ricondotte all’interno di quel meraviglioso progetto “STRADA” che rappresenta la stella polare della Destination Management Organization (DMO) “Tivoli e Valle dell’Aniene” di cui siamo, insieme ad altre Amministrazioni comunali, Enti pubblici, Associazioni e attrattori privati, soggetto fondatore. La DMO rappresenta lo strumento più idoneo per la promozione della totalità dei nostri territori. Per noi tutti è una grande risorsa avere a disposizione questa nuova, straordinaria sinergia tra pubblico e privato e la presenza di città importanti come Tivoli, in qualità di capofila e per quello che rappresenta nel Mondo con i sui due siti UNESCO, e Guidonia Montecelio, rende tutto più straordinario.
Però credo non basti ancora, anche qui serve una svolta: sarebbe auspicabile che le due DMO “Tivoli e Valle dell’Aniene” e “Vamos!”, che opera su alcuni comuni della Valle dell’Aniene e del Giovenzano, possano, nel tempo, fondersi in un unico, grande soggetto che porti all’elaborazione di un ancor più ambizioso progetto.
Penso non sfugga ad alcuno che nei prossimi anni dovremo confrontarci e raccogliere la sfida di tre grandi appuntamenti: l’anno giubilare 2025, l’Expo Roma 2030 e l’anno giubilare 2033. Non possiamo permetterci di fallirli! 
DMO e poi GAL e Unione dei Comuni montani, non si rischia una sovrapposizione di enti?
“Ha dimenticato la SNAI, la Strategia per le Aree Interne. Comunque, nel complesso, questo è un tema interessante: tutte queste realtà andrebbero, nei limiti del possibile, omogeneizzate territorialmente e, per ovviare alle criticità che possono scaturire dalla questione che lei ha sollevato, coordinate in termini di interventi da realizzare.
I GAL (Gruppo di Azione Locale), così come oggi li conosciamo, sono, nei fatti, superati.  Nel raccogliere gli indirizzi di Regione Lazio, li si dovranno ripensare e ridisegnare, anche territorialmente, e noi, coerentemente con quanto fatto in passato, lavoreremo affinché i due GAL, che attualmente operano nel nostro ambito, “Terre di Pre.Gio” e “Futur@niene”, siano, un domani, un “unicum”.  
Per quanto attiene la SNAI, la buonissima notizia è che finalmente anche Ciciliano ne fa parte grazie all’adesione alla nuova area, candidata e selezionata, “Prenestini-Giovenzano-Sacco”, con un piccolo rammarico però: se avessimo aderito, nel lontano 2014, ad una delle aree interne all’epoca individuate per il ciclo di programmazione 2014-2020, saremmo stati classificati, secondo la normativa allora vigente, come Comune “intermedio”. La conseguenza di ciò sarebbe stata la possibilità di interventi diretti sul nostro territorio, cosa che adesso risulta impossibile in quanto, ai sensi della nuova normativa che regola la Strategia, siamo classificati Comune “di cinta” rispetto al polo (Tivoli) e quindi possiamo beneficiare dei soli effetti degli interventi che verranno realizzati altrove. Ma, nell’ottica di sviluppo complessivo di territorio, per noi va bene anche così: cerchiamo, anche in questo ambito, di far passare un messaggio di unitarietà. Anche questo segna la maturità delle Amministrazioni comunali e dei loro interpreti. 
Concludendo, DMO, GAL e SNAI rappresentano tre grandi occasioni per riorganizzare la politica collettiva per i nostri territori. 
Tornando al progetto della DMO, che avete costruito insieme al Comune di Tivoli e che coinvolge 11 comuni e vari soggetti privati, e alla sua particolare denominazione “Strada”, Lei è ottimista rispetto alla possibilità di realizzare qualcosa di veramente importante per il rilancio di questo territorio?
STRADA è il nome giusto per un progetto di questa natura. Pensiamo al significato di STRADA: la STRADA della storia, della cultura, delle tradizioni, la STRADA quale luogo fisico da percorrere per raggiungere uno specifico punto, la STRADA quale luogo immateriale che conduce ad un obiettivo ben preciso, la STRADA, che da qualsiasi punto la si consideri e la si rappresenti, è stata, è, e sarà sempre anche un luogo di aggregazione e socialità. E come si fa allora a non essere ottimisti e a non credere in questo progetto? E poi non dimentichiamo che, a differenza di tante altre strutture sovracomunali, la DMO è una associazione a cui, convintamente, tutti gli attori hanno, nella loro autonomia, deciso di aderire. È proprio con questa convinzione che noi continuiamo fortemente a starci, per difendere e promuovere, appunto, il nostro territorio, la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre bellezze ambientali, paesaggistiche, eno-gastronomiche.”
Il vantaggio che ne deriverà sarà non solo dal punto di vista dell'attrattiva turistica, ma anche dal punto di vista sociale: i nostri Comuni potranno investire su quelle infrastrutture delle quali hanno disperatamente bisogno.
Ripeto, attraverso le sinergie che si riusciranno a creare tra DMO, SNAI, GAL, ma soprattutto attraverso il coordinamento di tutti gli interventi da realizzare, potremo beneficiare degli importanti investimenti, materiali e immateriali, che interesseranno il territorio, e questo in una matura ottica dello stare insieme. A noi interessa la globalità degli interventi di cui abbiamo più bisogno, piuttosto che il Comune nel quale verranno realizzati (di opportunità ce ne sono per tutti), perché quello che conta sono le utilità in termini di servizi che universalmente potremo trarne e, se mi permette, il superamento del campanilismo è forse il primo beneficio che dovremmo regalarci.”
Sindaco, abbiamo parlato di DMO, di SNAI, di GAL, non un cenno alle Comunità Montane. Come pensa si debbano riformare? Che proposta farebbe alla Regione Lazio?
“Non l’ho fatto volutamente, perché questo argomento rappresenta per me un nervo ancora scoperto. Vede, a circa cinquant’anni dalla Legge regionale sulla montagna, la Regione Lazio ha avuto lo scorso anno una grande opportunità per riformarle in termini di funzioni, ma soprattutto omogeneizzarle in termini territoriali: opportunità che purtroppo, per quanto riguarda il nostro ambito e secondo il mio personalissimo parere, è naufragata! Un naufragio, però, anche figlio di talune figure, alcune rappresentative, altre meno o niente, del territorio che hanno osteggiato, e personalmente non ne comprendo ancora la ragione, un organico ridisegno dell’ambito delle Comunità Montane IX e X, producendo così il mantenimento dell’anacronistico “status quo”.
Mi dica lei se ha senso, per esempio, che ancora oggi, con le nuove delimitazioni delle Unioni dei Comuni montani, i sette Enti che si affacciano sull’asse della Via Empolitana siano ancora divisi in due diverse zonizzazioni montane. Io personalmente la trovo una follia! La Regione, al di là del risultato che uscirà dalle urne il 13 febbraio prossimo (n.d.r. l’intervista è stata rilasciata prima del voto), dovrà tornarci velocemente su. Dopodiché, rispondendole sul tema della proposta da fare a Regione Lazio, confermo convintamente quella che abbiamo già ufficialmente fatto insieme ad altri colleghi Sindaci: una grande Unione dei Comuni montani che metta insieme un territorio vasto che, partendo dai Monti Prenestini, attraversi la Valle dell’Empolitana e del Giovenzano, oltrepassi i Monti Ruffi, comprenda la Val d’Aniene fino a raggiungere i Monti Simbruini.  Solo così potremo coerentemente dare un senso vero alle politiche di area vasta: avremo reso omogeneo per quanto più possibile un territorio, mettendo insieme gli ambiti in cui oggi operano già i due GAL, le due SNAI e le due DMO e mi creda, questo è un risultato alla portata … basta solo volerlo condurre in porto!”


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